La worldschooling: il mondo è la scuola di tuo figlio!

Barbara

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Nostro figlio Jacopo ha compiuto 3 anni a Settembre e abbiamo deciso di non iscriverlo all'asilo. Tutti ci chiedono come facciamo con il lavoro e come farà lui ad imparare? C' è un modo: è la worldschooling e noi l'abbiamo provata nel nostro viaggio di tre mesi in Grecia e continueremo a praticarla.

Che cos'è la worldschooling? E perché sceglierla? In questo articolo analizziamo questo metodo educativo e cerchiamo di capire cosa significa che il mondo è la scuola di tuo figlio.

La worldschooling: che cos'è?

Letteralmente significa fare scuola nel mondo, ed è esattamente questo: scegliere di crescere il proprio figlio in giro per il mondo e non mandandolo a scuola.

La wordschooling è figlia di un altra macrocategoria che è la homeschooling: significa che i genitori o un tutor si occupano dell'istruzione dei propri figli a casa, senza iscriverli a qualche istituzione.

E come si fa se i genitori lavorano?

Si può fare, ci arriviamo tra poco!

Intanto, si può non iscrivere i propri figli a scuola? La prima cosa che mi sono chiesta quando ho approfondito la homeschooling è se essa fosse legale. Lo è, come anche le sue sottocategorie: l'unschooling (ne parliamo più sotto) e la worldschooling. In verità è legale solo in alcuni paesi, tra i quali l'Italia: la legge italiana stabilisce infatti che sia l'istruzione ad essere obbligatoria, sia essa impartita tramite scuola o istruzione parentale.

Se non si va a scuola e si pratica l'homeschooling (o la worldschooling) bisogna sostenete un esame di idoneità annuale. Per questo motivo, anche se l'istruzione parentale è libera, solitamente ci sono dei programmi ai quali attenersi anche a casa dai quali prendere spunto.

Worldschooling e unschooling, quali differenze?

Abbiamo detto che entrambe sono sottocategorie dell'homeschooling, ma mentre la worldschooling in qualche modo potrebbe rappresentare un allargamento geografico della homeschooling, la unschooling è proprio differente.

La wordschooling si pone come obbiettivo quello di istruire in modo alternativo: ad esempio, nel momento in cui si decide di visitare un nuovo paese o ci si sposta anche solo nei dintorni, si trasforma l'esperienza in apprendimento. Si studia geograficamente il posto che si visiterà, se ne apprende la storia tramite visite ai musei o ai siti di interesse, si studia la lingua praticandola o la matematica comprando al negozietto tipico.

Le materie per così dire "di base" rimangono più o meno le stesse.

La unschooling invece abbandona ogni idea di materia e di preconcetto e lascia libero il bambino di apprendere assorbendo ciò che lo circonda. Il genitore non cerca di istruire in nessun modo, ma espone il figlio a molteplici esperienze dalle quali egli desidera cosa è come imparare. Incoraggia le attitudini individuali e lascia che il bambino usi quelle per apprendere olisticamente.

Il mondo è la scuola di tuo figlio! Quali sono i vantaggi?

Per quanto avessimo trovato l'unschooling molto interessante e accattivante, per nostro figlio abbiamo deciso di praticare la worldschooling. Ci sentiamo più affini ad un approccio in cui vengono mantenute le materie base e solo il modo in cui vengono apprese è diverso.

Successivamente alla pandemia molte famiglie hanno deciso di intraprendere un nuovo tipo di istruzione, non contenti della situazione della scuola pubblica o semplicemente desiderosi di essere più presenti nella vita dei figli.

E finalmente rispondiamo alla fatidica domanda:

Si ma se i genitori lavorano?

Anche noi lavoriamo e, per quanto nomadi digitali, necessitiamo di momenti della giornata senza nostro figlio.

Con la worldschooling abbiamo scoperto delle associazioni in giro per il mondo che promuovono l'educazione parentale e forniscono centri educazionali che sviluppano l'apprendimento dall'esperienza e con insegnanti preparati sul tema.

Perché quindi scegliere la worldschooling invece della scuola classica?

Ecco i numerosi vantaggi della worldschooling:

  1. pochi bambini per insegnante: sia che siano i genitori gli insegnanti o formatori specifici, il rapporto è massimo 10bambini a maestro.

  2. non c è una vera e propria divisione in classi, bambini e ragazzi esperiscono insieme e si aiutano a vicenda

  3. la scuola è su misura del bambino e non viceversa: qualsiasi difficoltà o attitudine viene immediatamente colta e indirizzata o sostenuta

  4. pensiamo alla possibilità di poter vedere davvero le cose che studiamo sui libri: Jacopo è ancora piccolo, ma ha assorbito la storia greca visitando Atene con noi, imparato qualche parola di Greco e partecipato a un laboratorio di cucina tipica. Con bambini o ragazzi più grandi ogni materia può essere appresa come una grande avventura.

  5. anche i genitori viaggiando imparano così nuove, anche solo a cavarsela in situazioni disparate e questo è ulteriore apprendimento, oltre che condivisione speciale.

  6. non è una scelta per la vita. Ci si può prendere un periodo sabbatico nel quale provare, dare l'esame a fine anno e valutare se è la strada migliore per la propria famiglia.

  7. si può scegliere di farsi sostenere da professionisti esperti, di fare una parte di homeschooling quando non si viaggia o di unschooling se si ha la possibilità. Non è necessario per forza viaggiare costantemente, ma cambiando il proprio punto di vista anche la passeggiata sotto casa può diventare fonte di apprendimento e insegnamento.

In questi mesi abbiamo conosciuto tante famiglie che praticano la worldschooling e che sono entusiasti di questo metodo. Questo permette anche a noi genitori di viaggiare senza dover dire che non è possibile perché i nostri figli devono andare a scuola.

I nostri figli devono avere l'opportunità di apprendere.

E quale modo migliore di viaggiare per farlo?